Se per Hemingway il vino è uno dei maggiori segni di civiltà, per Claudio Cipressi è il segno distintivo per valorizzare la terra in cui è nato, il Molise. È per questo che Claudio, con l’entusiasmo e la convinzione delle cose nuove, coltiva ogni giorno circa quindici ettari vitati con piante autoctone: Tintilia del Molise, Montepulciano, Falanghina e Trebbiano.
“La prima luce dell’alba, le piogge della primavera, i momenti
in cui avrei detto basta, ogni piccolo sorriso, la potenza degli
elementi e la quiete dopo la tempesta. In ogni bottiglia c’è una storia che nasce da lontano.”