Un antico e nobile vino ossidativo ricco di storia che s’intreccia da molti secoli con le rotte mercantili mediterranee del vicino oriente e della mitteleuropa.
La malvasia vissuta come metafora identitaria di antiche (e contemporanee) popolazioni che facevano di questo vino dono dell’ospitalità, il più prezioso tra i prodotti il cui uso era sinonimo di eventi importanti: nascite (ma anche morti…), unioni, feste, ritualità (vino della messa)…
Dal profumo intenso e persistente, etereo dove si avvertono sensazioni ammandorlate, nocciole tostate, dattero, fiori di assenzio ed elicriso.
Nonostante le note suadenti che lascerebbero intendere la presenza di dolcezza, al palato troviamo un vino secco, asciutto, morbido e caldo per la elevata presenza dell’alcol e della glicerina.
Tradizionalmente incastonato tra i vini da meditazione, abbiamo scoperto un felice matrimonio con alici del cantabrico, e bottarga. O, come suggerisce lo stesso produttore, con formaggi erboranti, pasticceria secca e cioccolato di qualità.